Depressione: il disturbo è eterogeneo e “i professionisti e i trattamenti non sono tutti uguali”

Una quota dei pazienti affetti da disturbo depressivo maggiore trovano inutili i trattamenti ricevuti, che siano sedute di terapia o interventi farmacologici, e secondo uno studio internazionale pubblicato di recente sulla rivista Jama Psychiatry, coloro che traggono maggiori benefici dalle terapie sono i pazienti che consultano più di 9 specialisti.

I ricercatori hanno analizzato i risultati di una serie di sondaggi epidemiologici (17 in tutto) dell’Oms sulla salute mentale, condotti in 16 Paesi diversi tra il 2002 e il 2017. Sono state prese in considerazione le caratteristiche socieconomiche, le comorbidità, il tipo di trattamento e le tempistiche del trattamento, così come i livelli di reddito del Paese di provenienza dei pazienti affetti da depressione. I professionisti consultati presi in considerazione nello studio, oltre a medici e psicologi, potevano essere anche “consulenti spirituali, erboristi, agopuntori e altri professionisti della guarigione”.

L’età media in cui i pazienti si sono sottoposti al primo trattamento era 35 anni, quasi il 70% dei 2.726 partecipanti totali era composto da donne. Gli autori hanno calcolato che la probabilità che gli intervistati abbiano trovato utile il trattamento dopo aver consultato fino a 10 professionisti fosse del 93,9%, però solo il 21,5% dei pazienti è stato così determinato da consultare più di nove specialisti, quindi in generale circa il 68% ha ricevuto un trattamento che abbia considerato utile.

Nell’articolo i ricercatori hanno individuato i fattori che contribuiscono al fatto che i pazienti percepiscano un trattamento come utile. Sono quattro: l’età in cui si inizia il trattamento, il livello di istruzione del paziente, il lasso di tempo che intercorre tra la percezione del problema e l’inizio del trattamento e la somministrazione di farmaci prescritti da uno specialista in salute mentale. Le persone relativamente più anziane e più istruite considerano di aver ricevuto trattamenti utili.

In un editoriale riferito allo studio, il Professor Mario Maj, Psichiatra del dipartimento di Psichiatria all’Università Luigi Vanvitelli di Napoli, sottolinea come, al di là di tutto, ciò che conta è il livello di qualificazione dei professionisti contattati e non il loro numero. Non tutti i professionisti sono adatti a trattare il disturbo depressivo maggiore, è quindi fondamentale rivolgersi allo specialista giusto. E ancora, anche quando si contatta uno specialista della salute mentale, bisogna aver presente che non tutti i trattamenti sono uguali e la depressione è un disturbo eterogeneo, che richiede, in base al paziente che si ha di fronte, interventi diversi.

Maj aggiunge anche che l’utilità di un trattamento può essere valutata solo se viene somministrato alla giusta dose e per il giusto periodo di tempo e che bisogna mettersi d’accordo sulla definizione di “utile”. Per un paziente la cosa più importante, l’obiettivo da raggiungere nell’immediato spesso è il ripristino delle emozioni positive, mentre da un punto di vista clinico gli specialisti si concentrano principalmente sull’attenuazione dei sintomi depressivi. “In sintesi, il trattamento della depressione può benissimo essere ‘un’impresa di tentativi ed errori’”, conclude Maj, ma bisogna ricordare che “professionisti e trattamenti non sono tutti uguali e incoraggiare genericamente i pazienti a “persistere nella ricerca di aiuto dopo che i trattamenti precedenti sono falliti” può essere fuorviante e potrebbe rafforzare la tendenza di molti pazienti a lasciare il medico o lo psicologo che hanno consultato solo perché il primo tentativo di trattamento è fallito”.

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